Anche la storia di 3 contatori può dare la misura dello sfascio del Consorzio acquedottistico e di come si è arrivati a 100 milioni di debito.
Ed è una storia paradossale quella che ci segnalano alcuni incaricati del Cam per la caccia alle utenze sommerse e agli allacci abusivi alla rete del consorzio acquedottistico.
. La scena si svolge nella frazione di Antrosano: tre allacci abusivi alla rete Cam, tre villette a schiera occupate da due sorelle e dalla loro madre (B. O.).
Poi il racconto diventa inquietante: una delle sorelle (P.F.) sarebbe risultata essere un’ex dipendente ATO poi trasferita al Cam, mentre l’altra sorella (S.F.), sarebbe stata ex dirigente di gestione del Cam, responsabile nel periodo 2007/2011 proprio delle Procedure economiche e di recupero delle utenze sommerse.
Gli allacci sarebbero stati realizzati con pozzetti e contatori mai scaricati dal magazzino e mai pagati al Consorzio, mentre non risulterebbe saldata nessuna bolletta dal 2008 ad oggi: praticamente da 11 anni.
Non si sa se l’attuale governance è informata dell’episodio e come intende risolvere un caso che definire imbarazzante è solo un eufemismo,
Qualora fossero accertate la veridicità dei fatti e le responsabilità dei protagonisti, non si tratterebbe solo di notevole danno di immagine per l’Ente, ma anche di un sensibile danno economico: anche accettando una tardiva regolarizzazione, il Cam perderebbe comunque 5 anni di entrate.
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