8 – Fotovoltaico: Cerchio magico

Angelo Venti
Angelo Venti
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Celano non è il solo ad aver usufruito dei generosissimi incentivi previsti dall’emendamento vergogna, presentato da Filippo Piccone insieme ad altri otto senatori abruzzesi. Abbiamo trovato una prima conferma a quanto s’ipotizzava nell’articolo precedente: il sindaco di Cerchio, Gianfranco Tedeschi, [vedi scheda] ha ammesso che il suo comune ha usufruito di quei benefici che erano stati presentati come “pacchetto di provvedimenti in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009”. E Cerchio, come Celano, non è comune terremotato.

Gianfranco Tedeschi
Gianfranco Tedeschi

Sono ben cinque gli impianti in cui questo Comune risulta come Soggetto responsabile, la potenza totale istallata è di 5 Mw e le entrate stimate sono di 2 milioni e 900mila euro l’anno. A differenza di Celano – dove almeno Piccone ci ha messo la faccia e dove comunque il Comune trattiene una grossa fetta dei profitti prodotti – a Cerchio invece li incassano alla chetichella e senza sforzo, ma vengono poi in gran parte girati a una società privata e  all’Ente rimangono solo le briciole: meno di 200mila euro l’anno.

Lo ammettiamo: questo di Cerchio è un caso imbarazzante che spiazza anche noi. Un caso che va oltre il cinismo di chi non si è fatto scrupolo ad utilizzare la memoria dei morti del sisma del 2009 per dirottare risorse in comuni che terremotati non sono. Un caso che, per le cifre in ballo, grida vendetta.

A Cerchio i contratti tra Comune e società concessionaria sono praticamente due, entrambi penalizzanti per l’ente. Ma se con il primo ci si può sempre appigliare ad una scarsa conoscenza del settore o all’incompetenza degli amministratori, con il secondo non riusciamo a trovare spiegazione che tenga. Con il primo contratto, a fronte di entrate stimate in oltre 2 milioni e 400 euro l’anno, il Comune tratteneva appena 150mila euro l’anno: incassava inoltre, altri 174mila euro una tantum per oltre 17 ettari di terreno agricolo sulla circonfucense, messi a disposizione per 25 anni: appena 400 euro ad ettaro per ogni anno. Ma sorvoliamo sulla congruità di questo affare.

Cerchio Magico – La questione diventa seria quando entra in vigore l’emendamento di Piccone, che a Cerchio fa lievitare gli incentivi del Gse di altri 485mila euro l’anno e, per una serie di inadempienze contrattuali del concessionario, il consiglio comunale prende atto dell’avvenuta risoluzione del contratto. Ci si aspetta che l’Amministrazione comunale indica una nuova gara o comunque spunti condizioni più vantaggiose per l’Ente. Invece no: opta per una soluzione transattiva che produce un aumento ridicolo della quota che resta al Comune: nemmeno 50mila euro l’anno.

CERCHIO: CRONISTORIA DEI 5 IMPIANTI

Il via ufficiale ai 5 impianti in cui il Soggetto responsabile presso il Gse è il Comune si ha con la Delibera di giunta n. 47 del 29 novembre 2007 e la Determinazione n. 5 del 24 gennaio 2008, con cui si approva il bando di gara per la “Procedura di selezione per l’affidamento in concessione del diritto di superficie su terreni di proprietà comunale”. Questa prima fase si chiude con la Deliberazione n. 98 del 3 dicembre 2008, che dichiara ufficialmente come aggiudicataria della gara l’Ati composta dalle ditte Troiani & Ciarrocchi srl e Imit srl. Intanto, con la Deliberazione consiglio comunale n. 5 del 24 gennaio 2008 era stato approvato lo schema del Contratto di costituzione di diritto di superficie che sarà poi sottoscritto tra le due parti solo il 26 luglio 2010, con repertorio N. 667/2010. Il 5 agosto 2010 si costituisce la Cerchio energy srl che, come da bando di gara, viene indicata dall’Ati aggiudicataria come Società di progetto per la realizzazione e gestione dei 5 impianti. Nel febbraio 2011 l’emendamento di Piccone diventa legge. Il 4 maggio 2011 viene firmato tra Comune e Concessionario un “Contratto aggiuntivo a parziale modifica e integrazione del contratto originario”. Nel dicembre 2011 entrano in esercizio i 5 impianti.

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Celano non è il solo ad aver usufruito dei generosissimi incentivi previsti dall’emendamento vergogna, presentato da Filippo Piccone insieme ad altri otto senatori abruzzesi. Abbiamo trovato una prima conferma a quanto s’ipotizzava nell’articolo precedente: il sindaco di Cerchio, Gianfranco Tedeschi, [vedi scheda] ha ammesso che il suo comune ha usufruito di quei benefici che erano stati presentati come “pacchetto di provvedimenti in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009”. E Cerchio, come Celano, non è comune terremotato.Sono ben cinque gli impianti in cui questo Comune risulta come Soggetto responsabile, la potenza totale istallata è di 5 Mw e le entrate stimate sono di 2 milioni e 900mila euro l’anno. A differenza di Celano – dove almeno Piccone ci ha messo la faccia e dove comunque il Comune trattiene una grossa fetta dei profitti prodotti – a Cerchio invece li incassano alla chetichella e senza sforzo, ma vengono poi in gran parte girati a una società privata e  all’Ente rimangono solo le briciole: meno di 200mila euro l’anno.Lo ammettiamo: questo di Cerchio è un caso imbarazzante che spiazza anche noi. Un caso che va oltre il cinismo di chi non si è fatto scrupolo ad utilizzare la memoria dei morti del sisma del 2009 per dirottare risorse in comuni che terremotati non sono. Un caso che, per le cifre in ballo, grida vendetta.A Cerchio i contratti tra Comune e società concessionaria sono praticamente due, entrambi penalizzanti per l’ente. Ma se con il primo ci si può sempre appigliare ad una scarsa conoscenza del settore o all’incompetenza degli amministratori, con il secondo non riusciamo a trovare spiegazione che tenga. Con il primo contratto, a fronte di entrate stimate in oltre 2 milioni e 400 euro l’anno, il Comune tratteneva appena 150mila euro l’anno: incassava inoltre, altri 174mila euro una tantum per oltre 17 ettari di terreno agricolo sulla circonfucense, messi a disposizione per 25 anni: appena 400 euro ad ettaro per ogni anno. Ma sorvoliamo sulla congruità di questo affare.Cerchio Magico – La questione diventa seria quando entra in vigore l’emendamento di Piccone, che a Cerchio fa lievitare gli incentivi del Gse di altri 485mila euro l’anno e, per una serie di inadempienze contrattuali del concessionario, il consiglio comunale prende atto dell’avvenuta risoluzione del contratto. Ci si aspetta che l’Amministrazione comunale indica una nuova gara o comunque spunti condizioni più vantaggiose per l’Ente. Invece no: opta per una soluzione transattiva che produce un aumento ridicolo della quota che resta al Comune: nemmeno 50mila euro l’anno.CERCHIO: CRONISTORIA DEI 5 IMPIANTIIL CONTRATTO ORIGINARIOCERCHIO: GLI EFFETTI DELL’EMENDAMENTO DI PICCONEIL NUOVO CONTRATTOAl momento, ci risultano trasferimenti dalle casse del Comune di Cerchio alla Cerchio energy srl pari a 3 milioni 273mila euro nel 2016, euro 3 milioni 439mila nel 2015, euro 3 milioni 903mila nel 2014, euro 996mila nel 2013 e 695mila euro nel 2012.L’APPELLO DI SITe.it – L’inchiesta che stiamo conducendo è scivolosa e molto complessa, richiede pertanto un impegno notevole ed è necessario l’aiuto di tutti. I nostri lettori possono collaborare in tante maniere: segnalando nuovi elementi o eventuali imprecisioni che saremo ben lieti di correggere, oppure aiutandoci nella diffusione e condivisione dei contenuti. I colleghi della stampa possono – gratuitamente – rilanciare  l’inchiesta o approfondire i dati e le notizie che con essa pubblichiamo: unico vincolo la citazione della fonte e il link all’articolo originario. Agli amministratori pubblici chiediamo qualcosa di più. Incontriamo molte difficoltà nel reperimento della documentazione depositata nei vari Comuni (iter autorizzativi, convenzioni ecc.). Ad essi pertanto rivolgiamo – anche solo per una questione di trasparenza – un appello a rendere disponibile tale documentazione, magari veicolando in “evidenza” la sua pubblicazione sui siti istituzionali dei rispettivi enti locali, dove per legge dovrebbe già essere. I singoli consiglieri comunali, invece, possono aiutarci richiedendo direttamente ai rispettivi comuni tali documenti e rendendoli disponibili. Infine un ultimo punto: il costo di questa inchiesta, come potete immaginare, non è indifferente e quindi chiediamo – ai lettori che vogliono e che possono – di sostenerla economicamente anche solo con contribuzioni minime. Per gli imprenditori è possibile farlo anche attraverso l’acquisto di spazi promozionali sul nostro sito. Questi i nostri contatti: redazione@site.it – 336.400692

IL CONTRATTO ORIGINARIO

Questo primo contratto è sostanzialmente diviso in due parti. Nella prima, il Comune cede all’Ati aggiudicataria, per 25 anni dalla data di attivazione degli impianti, il diritto di superficie su 17,4 ettari di terreni agricoli di sua proprietà e sul tetto di 200 mq della scuola comunale. In cambio l’Ati si impegna a versare al Comune, entro 60 giorni dalla firma, 164mila euro una tantum per i terreni e, come servizi aggiuntivi, ad effettuare entro 12 mesi una donazione una tantum di 10mila euro da utilizzare per “attività a favore della Comunità locale” e, infine, a cedere gratuitamente la sola energia elettrica prodotta dall’impianto da realizzare sul tetto della scuola (impianto che, peraltro, non ci risulta sia stato mai realizzato). Sostanzialmente, il diritto di superficie viene ceduto dal Comune per appena 400 euro l’anno per ogni ettaro: si tratta, per la cronaca, di terreni agricoli a ridosso della circonfucense.

Quanto finisce alla ditta aggiudicataria – Nella seconda parte del contratto, si entra nel merito della ripartizione dei soldi: l’Ati realizza a proprie spese l’impianto e ne è proprietaria, il Comune lo assume in affitto per 20 anni (la durata, cioè, degli incentivi). A queste condizioni: il Comune figura come Soggetto responsabile verso il Gse, ma s’impegna a cedere all’Ati tutte le entrate per la tariffa incentivante e tutte quelle per la vendita di energia, con “l’obbligo di autorizzare con atto notarile la cessione irrevocabile del credito sia a favore del Concessionario sia a favore di banche, istituti finanziari, società indicate dal concessionario”. Stiamo parlando di 5 impianti di potenza istallata di 5 Mw totali, ammessi agli incentivi del Secondo conto energia, così come previsti prima della scadenza del 31 dicembre 2010. A quella data, come nel resto d’Italia, la tariffa incentivante è pari a 0,36 euro per Kwh immesso nella rete e questi sono i valori annui stimati: 6.066.000 Kwh prodotti, 2 milioni 183mila euro d’incentivi, 242mila euro da vendita di energia. Il totale annuo delle entrate stimate è pari ad almeno 2 milioni 425mila euro.

Quanto resta al Comune – Di queste entrate il Comune, a partire dal secondo anno, può trattenere solo: euro 26.722 per ogni Mw istallato (sono 5); 10mila euro da destinare ad attività ricreative sportive e sociali; 2.500 euro quale contributo annuo per le spese di gestione contabile sostenute dal Comune; l’1% del fatturato annuo relativo alla sola vendita di energia immessa in rete. Stiamo parlando di una cifra complessiva pari a meno di 150mila euro l’anno. Una cifra abbastanza modesta… impreziosita però con altri tre contentini una tantum: una macchina spazzatrice (30mila euro), la concessione di un contributo di 20mila euro a favore della Asd Cerchio, 3.000 euro per un depliant… Stop. Ricapitolando: al Comune di Cerchio, Soggetto responsabile dell’impianto verso il Gse, arrivano entrate stimate in 2 milioni 425mila euro l’anno e, in base a questo contratto, trattiene solo 150mila euro e gira tutto il resto come affitto alla società privata, proprietaria vera dell’impianto. Ma al peggio non c’è mai limite.

CERCHIO: GLI EFFETTI DELL’EMENDAMENTO DI PICCONE

Quando nel febbraio 2011 viene approvato l’emendamento – ci dichiara il Sindaco Gianfranco Tedeschii 5 impianti di Cerchio erano già autorizzati”: entrano infatti in esercizio tutti il 28 dicembre 2011. “Abbiamo usufruito di quei benefici anche noi” ammette Tedeschi, ma tiene a precisare che ha appreso “solo dagli articoli di SITe.it che l’emendamento che ha fatto lievitare gli incentivi era stato presentato come pacchetto di provvedimenti a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009. Prima non ne sapevo nulla”. E noi gli crediamo.

Ma vediamo quali sono gli effetti di quell’emendamento su Cerchio, che comune terremotato non è. Mentre Celano usufruisce di tutte e tre le deroghe introdotte (riammissione nei termini, eliminazione del limite per l’entrata in esercizio e lievitazione degli incentivi), Cerchio usufruisce solo dell’innalzamento della tariffa incentivante da 0,36 a 0,44 euro per Kwh prodotto. Uno scherzetto che vale altri 485mila euro l’anno di soli incentivi e che portano il totale delle entrate stimate a 2 milioni 900mila euro l’anno.

IL NUOVO CONTRATTO

L’emendamento di Piccone diventa legge dello stato e a Cerchio rivedono il contratto originario. Il 4 maggio 2011 nell’ufficio del segretario comunale viene firmato tra le parti un “Contratto aggiuntivo a parziale modifica e integrazione del contratto originario”. Provvidenziali per il Comune sono state alcune gravi inadempienze contrattuali da parte della società concessionaria, motivo più che sufficiente per la risoluzione. Il Consiglio comunale con la delibera n. 18 del 10 aprile 2011 prende atto dell’avvenuta risoluzione contrattuale: ci si aspetta a questo punto che il Comune riveda radicalmente il contratto con il concessionario o che addirittura indica una nuova gara per spuntare condizioni più vantaggiose per l’Ente. Invece no. 

Il Comune, alla fine, incredibilmente opta per una soluzione transattiva, limitandosi solo ad alcuni aggiustamenti minimi del contratto originario. E si arriva all’assurdo. I termini del nuovo accordo integrativo, quando è chiaro a tutti gli addetti ai lavori che a Cerchio pioveranno ben 485mila euro in più l’anno d’incentivi per effetto del decreto di Piccone, fanno innalzare la quota complessiva che resta al Comune da 150mila euro a …meno di 200mila euro l’anno. L’aumento per il Comune, insomma, è di meno di 50mila euro, con un profitto aggiuntivo per la società concessionaria di altri 435mila euro l’anno. Alla fine, con le nuove tariffe incentivanti il conto finale è pari a un totale di 2 milioni 900mila euro l’anno di entrate stimate: meno di 200mila euro restano al Comune, gli altri 2 milioni e 700mila euro vengono girate alla società di progetto Cerchio energy srl.

Al momento, ci risultano trasferimenti dalle casse del Comune di Cerchio alla Cerchio energy srl pari a 3 milioni 273mila euro nel 2016, euro 3 milioni 439mila nel 2015, euro 3 milioni 903mila nel 2014, euro 996mila nel 2013 e 695mila euro nel 2012.

[ Di questa società e delle sue modificazioni ci occuperemo in dettaglio nei prossimi articoli ].


I precedenti articoli dell’inchiesta:

1 – Parte l’inchiesta «La Marsica baciata dal sole»

2 – Fotovoltaico nella Marsica: i dati di partenza

3- Fotovoltaico a Celano: il colpaccio di Piccone

4 – Trovato l’inganno, fatta la legge: Terremoto a L’Aquila e incentivi a Celano

4b – SCHEDE: i nove Senatori firmatari del maxi emendamento 2.10000

4c – 4c – Comma 3-Novies: commento al testo

5 – Celano green energy: spunta l’anonima …e le banche

6 – La Marsica e il “Partito dell’energia”

7 – Terremoto dell’Aquila – Piccone: «Opportunità per la Marsica»

Sullo stesso argomento:

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L’APPELLO DI SITe.it – L’inchiesta che stiamo conducendo è scivolosa e molto complessa, richiede pertanto un impegno notevole ed è necessario l’aiuto di tutti. I nostri lettori possono collaborare in tante maniere: segnalando nuovi elementi o eventuali imprecisioni che saremo ben lieti di correggere, oppure aiutandoci nella diffusione e condivisione dei contenuti. I colleghi della stampa possono – gratuitamente – rilanciare  l’inchiesta o approfondire i dati e le notizie che con essa pubblichiamo: unico vincolo la citazione della fonte e il link all’articolo originario. Agli amministratori pubblici chiediamo qualcosa di più. Incontriamo molte difficoltà nel reperimento della documentazione depositata nei vari Comuni (iter autorizzativi, convenzioni ecc.). Ad essi pertanto rivolgiamo – anche solo per una questione di trasparenza – un appello a rendere disponibile tale documentazione, magari veicolando in “evidenza” la sua pubblicazione sui siti istituzionali dei rispettivi enti locali, dove per legge dovrebbe già essere. I singoli consiglieri comunali, invece, possono aiutarci richiedendo direttamente ai rispettivi comuni tali documenti e rendendoli disponibili. Infine un ultimo punto: il costo di questa inchiesta, come potete immaginare, non è indifferente e quindi chiediamo – ai lettori che vogliono e che possono – di sostenerla economicamente anche solo con contribuzioni minime. Per gli imprenditori è possibile farlo anche attraverso l’acquisto di spazi promozionali sul nostro sito. Questi i nostri contatti: redazione@site.it336.400692
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